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"Ricordo solo come e quando ho cominciato a scrivere questo libro. Erano per me giorni tristi. Quella mattina ero al lavoro, in ufficio. Presi una penna e chiusi gli occhi, puntandola sul foglio a quadretti del blocco appoggiato alla mia scrivania. Chiesi a mio padre, morto da circa 15 anni, di parlarmi, di comunicare con me e consolarmi. Papà era un uomo dolcissimo e un grande idealista! Aspettai. Un minuto, due. Poi riaprii gli occhi e pensai che forse non poteva. Forse non è possibile comunicare con l'Aldilà. Di certo papà mi ama e mi è vicino, mi dissi, ma non può una penna trascrivere messaggi che giungano da altre dimensioni. Appoggiai la mano sulla scrivania in segno di resa. Passarono altri minuti. Ripresi la penna e, sullo stesso blocco a quadretti, iniziai a scrivere questo libro. È cominciata così quest'avventura. Non ricordo i momenti in cui ho continuato a scriverlo, né come, né quando l'ho terminato. Forse il tutto è durato un paio di mesi. Misi un titolo, ma anche quello è scaturito da sé. Ancora oggi penso che il Tam Tam dell'armonia fosse già scritto. Sembra una favola ma racconta tante verità che io stessa ho bisogno di ricordare ogni volta che lo apro".